Pentecoste 2012 – Giovanni 14, 25-27 – app Paracleto (J. Perrin)
Questo giorno, Pentecoste e il testo biblico di oggi ci fanno capire quanto lo Spirito santo conti nella fede cristiana. Anzi direi: viviamo come se avessimo dimenticato la presenza dello Spirito santo, del Paracleto. Si tratta proprio di questo: dimenticare. Abbiamo dimenticato lo Spirito santo mentre la missione del Paracleto è proprio di insegnarci e di ricordarci tutto ciò che Gesù ha detto. Qualcosa è successo, ma che cosa? Lo Spirito santo non ci è arrivato? No, c’è un enigma e forse un po’ di arroganza umana. Lo Spirito santo è un enigma e il mistero intorno a questo inviato di Dio in nome di Cristo rimane. Ci sono cristiani e cristiane invece che non considerano lo Spirito santo un enigma; lo vedono in qualsiasi evento, pensano che la sua potenza sia alla radice di ogni nostra azione. Il problema di questa visione è che lo Spirito può essere strumentalizzato: alcuni hanno ricevuto più Spirito santo di altri. L’enigma svanisce mentre è parte della presenza del Paracleto.
Altri cristiani e cristiane considerano invece che lo Spirito santo sia talmente misterioso e inafferrabile che è più prudente non vederlo all’opera. Ma il rischio di questa cauta interpretazione risiede nel fatto che tutto ciò che facciamo risale sempre e solo a noi, alla nostra volontà, alla nostra intelligenza, alla nostra decisione. Che cosa significa allora credere nello Spirito santo? Significa credere in una comunicazione particolare (app Paracleto!) e nella testimonianza reciproca. Gesù ci dice che lo Spirito santo ci insegnerà e ci ricorderà le sue parole. Come? Quando? Non è un caso che il Gesù di Giovanni usi la parola greca “paracleto” per parlare dello Spirito Santo. Il Paracleto è sia il testimone sia il consolatore sia l’avvocato. Ecco lo Spirito santo, ed ecco perché non è un privilegio per pochi ma una presenza vivente per tutti e tutte. Siamo portatori e portatrici del Paracleto gli uni per gli altri, nella vita quotidiana e nelle occasioni di testimonianza particolare.
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sermone del 27 maggio 2012 | 35.15 KB |