6. I fratelli Gustavo e Teodoro Frizzoni tra arte e letteratura
Gustavo Frizzoni nasce a Bergamo l’11 agosto 1840 da Giovanni e da Clementina Reichmann. Discende da una delle più importanti famiglie engadinesi che si sono stabilite a Bergamo nel Settecento proveniente da Celerina. Il nonno Antonio è stato nel 1807 tra i fondatori della Comunità. Il padre Giovanni, oltre a occuparsi del commercio della seta, nutre forti interessi di bibliofilo e collezionista. Scomparso prematuramente, l'educazione di Gustavo e dei suoi cinque fratelli è seguita direttamente dalla madre e da Giovanni Morelli, amico di famiglia.
Laureatosi a Pisa nel
Trasferitosi da Bergamo a Milano nel 1873, inizia a viaggiare per proprio conto e con Morelli nel resto d'Italia e in vari paesi d'Europa, stabilendo una intensa vita di relazione con conoscitori italiani e stranieri. La sua attività di pubblicista si intensifica a partire dal 1880. I suoi scritti di maggiore incidenza confluiscono nella compilazione Arte italiana del Rinascimento, Milano 1891.
Figura caratteristica della vita culturale milanese, il Frizzoni continua fino all'ultimo una attività di studioso intensa e autorevole. Muore a Milano il 10 febbraio 1919; lascia la sua biblioteca e la fototeca privata all'Accademia di Brera.
Con
Francesco Coghetti (Bergamo 1802 - Roma 1875), formatosi con Giuseppe Diotti all'Accademia Carrara (1818), dal 1821 si stabilisce a Roma, dove si aggiorna sulle esperienze dell'accademismo internazionale e del purismo. Cospicua la sua produzione di carattere sacro (pale d'altare per chiese di Bergamo e dintorni). Rappresentante tra i più apprezzati del gusto accademico, tiene dal 1858 al 1873 la cattedra di pittura dell'Accademia di San Luca a Roma, di cui è eletto Presidente nel 1871.
Nel
Il fratello di Gustavo, Teodoro (1838-1931), si dedica invece da giovane agli studi letterari. Raccomandato da Giovanni Morelli a Francecso De Sanctis (1817-1883), docente di letteratura italiana al Politecnico di Zurigo, Teodoro giunge nel 1856 nella città Svizzera e subito si conquista la simpatia del grande storico della letteratura italiana.
Partito da Zurigo nel '58, il giovane bergamasco resterà sempre devoto corrispondente del De Sanctis. I suoi quaderni di appunti, specie quelli sulle lezioni dantesche e petrarchesche, manzoniane e leopardiane, saranno poi uno strumento utile per l'edizione delle opere desanctisiane.