Matteo 28, 1-10 (di Janique Perrin)

L’evento di Pasqua si colloca tra la paura per una novità incredibile e la gioia per una speranza ineffabile. E proprio tra spavento e gioia le due donne, mentre stanno andando ad annunciare la notizia ai discepoli, incontrano Gesù; o meglio Gesù viene loro incontro. Bella la prima parola del risorto alle donne. Che cosa dice il Signore alle sue amiche? (…) è un saluto comune, usato piuttosto la mattina, ma ha un significato particolare: “Rallegratevi!” Rallegratevi! Buongiorno, rallegratevi perché oggi Cristo è risorto! Allo spavento della tomba aperta succede la gioia della presenza eterna. E non solo la gioia ma una grande gioia che risponde appunto al gran terremoto dell’inizio del racconto. Anche la gioia scuote i cuori, le menti e le vite di coloro che incontrano il risorto, il vivente per sempre. Ma che cosa significa incontrare il risorto? Oso questa risposta: incontrare il risorto significa lasciarsi incontrare da lui. Esattamente come le donne la domenica mattina. Non sanno che stanno per incontrare il risorto, eppure quando lo vedono venire loro incontro, non dubitano. Ci sono diversi modi per accogliere il risorto e fargli spazio nella nostra vita. Concretamente ciò significa aprire uno spazio per l’altro, per l’altra. Lo spazio per l’altro inizia dal prossimo, da chi ci è più vicino. L’accoglienza del risorto si vive e si sperimenta nell’amore, nell’amicizia stretta, nella fiducia di un rapporto gioioso e gratuito. Il luogo dell’incontro con Cristo viene rigenerato dalle relazioni che contano di più.

AllegatoDimensione
Sermone del 24 aprile 2011 - Pasqua38.69 KB
Centro Culturale - Comunità - Biblioteca
copyright Comunità Cristiana Evangelica di Bergamo