Efesini 2, 14-22 – La logica della pace (di Janique Perrin)
Il testo biblico di oggi parla di Cristo come pace, come una casa nella quale i muri della separazione sono stati distrutti e con loro sono stati aboliti l’inimicizia, l’odio, la violenza. Dove ci sono più muri che in una casa? Le nostre case sono dimore fatte di muri di separazione. Perciò il nostro impegno inizia da lì. Chi crede in Cristo diventa ambasciatore della pace e uno dei primi segni di questa pace offerta sulla croce è proprio l’astenersi dalla violenza, fisica e verbale. Troppo spesso ancora le donne pagano il prezzo della violenza domestica; troppo spesso i bambini subiscono la frustrazione dei loro padri. La dignità di ogni essere umano inizia dalla sua incolumità. La logica della violenza e della guerra, anche a casa, riposa sulla forza, su un’autorità che da secoli le società hanno attribuito agli uomini e non alle donne. La logica della pace e della non violenza invece riposa sulla croce di Cristo, cioè su un’autorità fuori di noi, la stessa per gli uomini e per le donne. Perché il muro di separazione è stato abolito. Che cosa significa per la famiglia? Significa che ogni membro della famiglia ha la sua voce, la sua intimità, la sua autonomia. La nostra società non ha ancora completamente superato il modello maschile e patriarcale, né all’interno delle istituzioni, né all’interno della famiglia. Eppure i cristiani si devono opporre con la massima energia a questo modello perché esso favorisce la sopraffazione, la disuguaglianza, e a volte addirittura maschera la violenza. Gesù Cristo ha abolito il muro della separazione e della vergogna. La pace inizia nelle nostre case, non solo come scelta ma come comandamento, come riflesso della pace di Cristo.
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Sermone del 22 maggio 2011 | 36.59 KB |